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【意大利公布评估备忘录】意大利必须在年底前决定是否续签 "一带一路 "
送交者: 村东李大麻子[☆品衔R4☆] 于 2023-08-05 16:38 已读 1801 次 1 赞  

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《2023年六月二十八日 政府评估备忘录》 6park.com


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2023 年年底前,意大利必须决定是否续签 “一带一路 " 6park.com


美国人也在关注这份档案:现在政府的处境很困难 6park.com


该协议的有效期为五年,并将自动延长至下一个五年 6park.com


除非双方中的一方决定提前退出。如果意大利想退出,就必 6park.com


须在 12 月前通知中国 6park.com




“新任行政长官迄今为止一直奉行大西洋主义政策,但结束与中国的协 6park.com


意味着面对中国的压力和反响,尤其是对商业和贸易的压力和反响, 6park.com


府必须为此做好准备。从这个意义上讲,梅洛尼正处于坚定的大西洋 6park.com


主义路线与保护在华意大利公司利益之间。”
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(1)  包括意大利在内的至少 17 个欧盟国家与中国签署了关于新丝绸之路的谅解备忘录。 6park.com


意大利是唯一参与这一基础设施项目的七国集团成员国。 6park.com


6 月 28 日,意大利总理乔治亚-梅洛尼在参议院阐述了政府对意大利参与新丝绸之路的立场。
梅洛尼在谈到与中国的谅解备忘录续签问题时说:"评估正在进行中,还有时间改变决定。 6park.com


(2) 意大利与丝绸之路(即 “一带一路”) 6park.com


“一带一路 "倡议是中国国家主席习近平于 2013 年宣布的一个基础设施项目。
该项目也被称为 "新丝绸之路",其目标是通过陆路和海路建立一个基础设施网络,
以加强中国经济向亚洲、中东、非洲和欧洲其他国家的扩张。 6park.com


2019 年 3月 23 日,朱塞佩-孔特领导的第一届政府在五星运动和联盟的支持下,与中国签署了丝绸之路谅解备忘录。
具体而言,这是为两国提供一个共同框架的第一步,在此框架内,两国将在贸易、能源、工业、基础设施和金融领域达成其他单独的机构和商业谅解。
当时,谅解备忘录的签署受到了批评,欧盟和美国对意大利政府的选择表示担忧。
一些观察家认为,中国有可能通过其项目在意大利和欧洲大陆扩大影响力。
多年来,这一协议带来的成果相当有限。 6park.com


在上次竞选期间,梅洛尼曾说意大利加入新丝绸之路是一个 "错误",
而在 11 月,国防部长吉多-克罗塞托(Guido Crosetto)则宣布,两国之间今年到期的协议 "不太可能 "续签。 6park.com


(3) 丝绸之路上的其他欧洲国家 6park.com


与梅洛尼不同,意大利并非 "欧洲唯一在丝绸之路上的国家":其他欧盟成员国也与中国签署了基础设施项目谅解备忘录。 6park.com


中国上海复旦大学绿色金融与发展中心收集的证据表明,截至 2022 年 3 月,至少有 17 个欧盟国家与中国签署了协议,它们是:保加利亚、克罗地亚、塞浦路斯、捷克共和国、爱沙尼亚、希腊、匈牙利、意大利、
马耳他、拉脱维亚、立陶宛、卢森堡、波兰、葡萄牙、罗马尼亚、斯洛伐克和斯洛文尼亚。 6park.com


这些国家与我们在 2019 年 12 月通过核实时任外交部长路易吉-迪马约(Luigi Di Maio)的声明而确定的国家一致。
如果我们所说的 "欧洲 "不仅仅指欧盟,那么国家的数量还会更多:例如包括巴尔干国家(如塞尔维亚、波斯尼亚和黑塞哥维那、阿尔巴尼亚、黑山和马其顿)、土耳其和乌克兰。 6park.com


另一方面,意大利是唯一一个签署丝绸之路谅解备忘录的七国集团成员国:美国、加拿大、英国、法国、德国和日本尚未签署。 6park.com


(4) 结论 6park.com


乔治亚-梅洛尼认为,意大利是 "欧洲唯一在丝绸之路上的国家"。事实证明,总理的说法是错误的。 6park.com


包括意大利在内,至少有 17 个欧盟国家与中国签署了关于新丝绸之路的谅解备忘录。意大利是唯一参与这一基础设施项目的七国集团成员国。 6park.com


(5) 谅解备忘录与意大利的不稳定性 6park.com


2019 年 3 月,第一任孔特政府执政期间,中国国家主席习近平对意大利进行了国事访问,期间两国签署了一份 "谅解备忘录"(MoU)。该谅解备忘录不具有国际协定的价值,因此从法律角度看并不提供具有约束力的承诺,
但确定了实现新丝绸之路的某些合作原则和方法。
当时,其他 14 个欧盟国家也与中国签署了类似协议,但意大利是第一个这样做的七国集团国家。 6park.com


一带一路 "倡议是一项雄心勃勃的计划,旨在开发连接中国与世界其他地区的新贸易路线。
2013年,中国国家主席习近平宣布,他打算在古代丝绸之路贸易路线的基础上进行现代改造,
建立一个由铁路、港口、管道、电网和高速公路组成的网络,在东西方之间运输货物。
这一倡议超越了基础设施的范畴:它是一个旨在发展一个扩大的、相互依存的市场,
增强中国的经济和政治实力,并为建设技术先进的经济创造适当条件的项目。 6park.com


与意大利签署的协议促进了六个不同领域的双边合作,包括交通和基础设施、贸易、金融合作、民心相通和绿色发展合作。
尽管该议定书不具有法律约束力,但其签署在意大利外交政策近代史上是一个极具象征意义的事件。 6park.com


意大利的加入引起了一些欧洲国家政府和美国的担忧,同时也遭到了意大利反对党(包括意大利兄弟会)的质疑,
认为这可能会对传统的西方联盟产生影响。这些担忧包括项目目标不明确以及中国经济行为体的独家参与。 6park.com


(6) 2019 年  9月,第一任孔特政府下台,第二任孔特政府在五星运动和民主党的支持下成立,
改变了意大利对中国的态度,减少了对推行新丝绸之路档案的兴趣。
马里奥-德拉吉随后的政府也确认了与美国更为接近的立场,至少从交流的角度来看,与之前对中国的开放态度拉开了距离。 6park.com


据多位观察家称,意大利政局的不稳定让中国政府感到困惑,因为中国政府担心政府的不确定性可能会影响投资的战略连续性。 6park.com


目前,中意两国于 2019 年签署的谅解备忘录尚未产生任何具体结果。"结果相当有限:许多协议早已存在:备忘录只是给已有的合作戴上了一顶正式的帽子,"
总部设在德国的中国研究智库墨卡托中国研究所(Merics)分析师弗朗西斯卡-吉雷蒂(Francesca Ghiretti)向《政治画报》解释道。从贸易和经济的角度来看,
这份备忘录总体上令人失望。它更像是一种外交姿态,随之而来的是各种问题"。 6park.com


例如,被宣布为意大利主要受益之一的出口增长似乎并没有达到预期,至少与来自亚洲国家的进口数量相比是如此。
事实上,意大利对中国的出口额已从 2019 年的 130 亿欧元增长到 2022 年的 164 亿欧元,但与此同时,
中国商品的进口额增长更为显著,在短短几年内从 317 亿欧元增长到 575 亿欧元。 6park.com


(7)在过去十年中,中国在意大利投资了 160 亿欧元。放眼欧洲,这一数字低于英国(519 亿欧元)和德国(248 亿欧元)等从未正式加入“一带一路”
的国家。"Ghiretti 补充说:"意大利加入中国倡议并没有对中意之间的经济关系产生实际影响,
矛盾的是,法国虽然不是“一带一路”的一部分,但签署的实质性贸易协定却多于意大利。
备忘录的签署是一种外交姿态,有利有弊,但对经济没有重大影响"。 6park.com


(8)意大利航天局与中国国家航天局之间的合作是成功的项目之一,但这一合作是在谅解备忘录签署之前进行的,
因此是在已经开始的合作之后进行的。安萨尔多能源公司(Ansaldo Energia)与中国联合燃气轮机公司(China United Gas Turbine)和上海电力公司(Shanghai Electric Power)之间的合作也是如此,该合作在 2019 年之前就已开始。其他进展涉及 2019 年 3 月从意大利向中国归还 796 件考古文物。意大利公司海外推广和国际化机构与中国电子商务平台阿里巴巴也开展了合作,将于2020年为在线贸易建立 "意大利制造馆"。 6park.com


(9)如果说意大利在经济合作方面似乎并没有特别加速,那么基础设施项目则是备忘录的核心:这也是一个免不了争议的领域,尤其是在港口档案方面。
例如,在弗留利-威尼斯-朱利亚省最近的竞选活动中,的里雅斯特港再次被提及,特别是考虑到意大利-德国-中国轴线的最新发展。
与汉堡市有联系的德国汉堡港口与物流公司最近成为的里雅斯特物流平台(Plt)码头的大股东。但去年秋天,
这家德国公司将中国远洋纳入其资本,协议尚未得到确认。我们不会将自己交到中国人手中,
"意大利企业与制造部部长阿道夫-乌尔索在回答有关中国可能在的里雅斯特码头拥有利益的问题时说道。
无论如何,吉雷蒂认为,"我们必须降低中国人进入汉堡港可能造成的影响:对的里雅斯特几乎不会产生任何实际影响"。 6park.com


(10) 中远集团本身也对热那亚的前 Ilva 地区感兴趣。据在线报纸《Formiche》报道,这家中国国有巨头提交了一封信,宣布其对热那亚地区的兴趣,
"以期目前和未来在利古里亚地区进行投资,其中包括创建停车场等重要项目"。在意大利加入“一带一路”之前,中远集团在 Vado Ligure 也很活跃。"
Ghiretti 补充说:"瓦多-利古雷码头的合作早在 2016 年就已开始,但该项目只是在签署备忘录后才成为政治焦点。"热那亚是一个具有象征意义的案例,
向我们展示了时代的演变:2016 年的协议无人问津,而到了 2019 年却成了问题。在这些案例中,我们可以说备忘录并没有产生特别积极的影响,
相反,它吸引了焦点,阻碍了项目的实施。 6park.com


此外,还有一份与塔兰托港有关的档案,据报道,由中国潍柴公司控股的 Ferretti 集团准备投资,以扩大其在阿普利亚港口的管理。
但第二家公司 Progetto Internazionale 39 也瞄准了 15 万平方米的物流区:该公司由参与意中合作的企业家、北京政府代表高帅控股 33%。 6park.com


(11)未来前景
人们常说,布里(“PRI” 即一带一路意大利文缩写)是一个 "战略集装箱",几乎可以装下任何东西:换句话说,它代表了一种具有长期战略目标的政治举措。 6park.com


(12)2023 年将至关重要:到今年年底,意大利必须决定是否续签 2019 年 3 月签署的协议。"考虑到该协议的范围有限,它再次成为意大利辩论的焦点令人难以理解。Ghiretti 指出:"在理想的情况下,即使自动续约,该协议也会被置若罔闻。现在它又复活了,梅洛尼多次谈及此事,美国人也在关注这份档案:现在政府的处境很困难"。 6park.com


事实上,该协议的有效期为五年,并将自动延长至下一个五年,以此类推,除非双方中的一方决定提前退出。换句话说,如果意大利想退出,就必须在 12 月前通知中国,并冒着中国政府做出反应的风险。 6park.com


Ghiretti总结道:"新任行政长官迄今为止一直奉行大西洋主义政策,但结束与中国的协议意味着面对中国的压力和反响,尤其是对商业和贸易的压力和反响,政府必须为此做好准备。从这个意义上讲,梅洛尼正处于坚定的大西洋主义路线与保护在华意大利公司之间。 6park.com


原文Quoto
Almeno 17 Paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia, hanno siglato un memorandum of understanding con la Cina sulla nuova Via della Seta. 6park.com


L’Italia è l’unico Paese membro del G7 a partecipare a questo progetto infrastrutturale. 6park.com


Il 28 giugno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato in Senato della posizione del governo sulla partecipazione dell’Italia alla nuova via della Seta. «Le valutazioni sono in corso, c’è ancora tempo per modificare la decisione», ha detto Meloni a proposito del rinnovo del memorandum of understanding con la Cina che scade quest’anno. 6park.com


Nel suo intervento la presidente del Consiglio ha comunque voluto sottolineare che l’Italia è l’unico Paese in Europa «all’interno della Via della Seta». Le cose però non stanno così.
L’Italia e la Via della Seta
La Belt and Road Iniziative (Bri) è un progetto infrastrutturale annunciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping. L’obiettivo di questo progetto, chiamato anche “nuova Via della Seta”, è la realizzazione di una rete infrastrutturale, via terra e via mare, per aumentare l’espansione dell’economia cinese verso altri Paesi dell’Asia, del Medio Oriente, dell’Africa e dell’Europa. 6park.com


Il 23 marzo 2019 il primo governo guidato da Giuseppe Conte, sostenuto dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, ha firmato un memorandum of understanding con la Cina sulla Via della Seta. In concreto questo è stato il primo passo per fornire ai due Paesi un quadro comune in cui inserire altre separate intese, istituzionali e commerciali, nei settori del commercio, dell’energia, dell’industria, delle infrastrutture e del settore finanziario. All’epoca la firma del memorandum of understanding fu criticato ed emersero preoccupazioni da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti per la scelta del governo italiano. Secondo alcuni osservatori c’era il rischio che con il suo progetto la Cina potesse aumentare le sue influenze in maniera eccessiva in Italia e nel continente europeo. Nel corso degli anni questo accordo ha portato a risultati piuttosto limitati. 6park.com


Durante l’ultima campagna elettorale Meloni ha detto che l’adesione italiana alla nuova Via della Seta è stata un «errore», mentre a novembre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato che il rinnovo dell’accordo tra i due Paesi, che scade quest’anno, è «improbabile».
Gli altri Paesi europei nella Via della Seta
Non è vero, a differenza di quanto da Meloni, che l’Italia è «l’unica nazione in Europa che sta all’interno della Via della Seta»: altri Stati membri dell’Ue hanno siglato memorandum of understanding con la Cina per il progetto infrastrutturale. 6park.com


Il Green Finance & Development Center della Fudan University di Shanghai, in Cina, ha raccolto le prove che a marzo 2022 almeno 17 Paesi Ue avevano siglato accordi con la Cina: Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Slovenia. Questi Stati corrispondono a quelli che abbiamo individuato a dicembre 2019 verificando una dichiarazione dell’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Se per «Europa» non si considera solo l’Ue, allora il numero di Paesi sale ancora: tra questi ci sono per esempio gli Stati dei Balcani (come Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Albania, Montenegro e Macedonia), la Turchia e l’Ucraina. 6park.com


L’Italia è invece l’unico Paese membro del G7 ad aver siglato un memorandum of understanding sulla Via della Seta: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Giappone non l’hanno fatto.
Il verdetto
Secondo Giorgia Meloni l’Italia è «l’unica nazione in Europa che sta all’interno della Via della Seta». Fatti alla mano, la dichiarazione della presidente del Consiglio è sbagliata. 6park.com


Almeno 17 Paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia, hanno siglato un memorandum of understanding con la Cina sulla nuova Via della Seta. L’Italia è l’unico Paese membro del G7 a partecipare a questo progetto infrastrutturale. 6park.com


Il Memorandum d’Intesa e l’instabilità italiana
A marzo 2019, quando era in carica il primo governo Conte, il presidente cinese Xi Jinping si è recato in visita di Stato in Italia, durante la quale è stato sottoscritto un “memorandum d’intesa” (memorandum of understanding, MoU) tra i due Paesi. Questo memorandum non aveva un valore di accordo internazionale, e dunque non prevedeva impegni vincolanti da un punto di vista giuridico, ma individuava alcuni principi e modalità di collaborazione per la realizzazione della Nuova via della seta. All’epoca altri 14 Paesi dell’Unione europea avevano siglato un accordo simile con la Cina, ma l’Italia era il primo Paese del G7 a farlo. 6park.com


La Belt and road initiative è un piano ambizioso per sviluppare nuove rotte commerciali che colleghino la Cina al resto del mondo. Nel 2013 il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato la volontà di costruire un adattamento moderno delle antiche rotte commerciali della Via della Seta, dando vita a una rete di ferrovie, porti, oleodotti, reti elettriche e autostrade per trasportare merci tra Oriente e Occidente. Questa iniziativa va oltre le infrastrutture: è un progetto che vuole sviluppare un mercato allargato e interdipendente, accrescere il potere economico e politico della Cina e creare le condizioni giuste per costruire un’economia tecnologicamente avanzata. 6park.com


L’accordo con l’Italia ha promosso la cooperazione bilaterale in sei diverse aree, tra cui i trasporti e le infrastrutture, il commercio, la cooperazione finanziaria, la connettività tra le persone e la cooperazione allo sviluppo verde. Pur non essendo giuridicamente vincolante, la firma del protocollo ha rappresentato un evento profondamente simbolico nella storia recente della politica estera italiana. 6park.com


L’adesione dell’Italia ha suscitato preoccupazione in alcuni governi europei e in quello degli Stati Uniti, ed è stata contestata anche dai partiti di opposizione italiani, tra cui Fratelli d’Italia, guardando a una possibile ripercussione sulle tradizionali alleanze occidentali. Tra le altre cose, le preoccupazioni hanno riguardato la mancanza di chiarezza sugli obiettivi del progetto e la partecipazione esclusiva di attori economici cinesi. 6park.com


A settembre 2019 la caduta del primo governo Conte e la formazione del secondo governo Conte, sostenuto da Movimento 5 stelle e Partito democratico, ha modificato l’atteggiamento italiano nei confronti della Cina, con meno interesse a portare avanti il dossier sulla Nuova via della seta. Le posizioni più vicine agli Stati Uniti sono state poi confermate anche dal successivo governo di Mario Draghi, che, almeno da un punto di vista comunicativo, ha preso le distanze rispetto alla precedente apertura verso la Cina. 6park.com


Secondo vari osservatori, l’instabilità politica italiana avrebbe confuso il governo cinese, preoccupato dalla possibilità che una maggiore incertezza governativa si ripercuota sulla continuità strategica degli investimenti.
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Quali sono stati i risultati della Bri
Al momento l’intesa firmata nel 2019 tra Italia e Cina non ha portato a particolari conseguenze concrete. «I risultati sono stati piuttosto limitati: molti accordi erano già preesistenti: il memorandum è stato un cappello formale a collaborazioni già in essere», ha spiegato a Pagella Politica Francesca Ghiretti, analista del Mercator institute for China studies (Merics), un think tank di studi sulla Cina con sede in Germania. «Questo memorandum è stato complessivamente deludente da un punto di vista commerciale ed economico. Si è trattato più di un gesto diplomatico, con tutti i problemi del caso». 6park.com


Per esempio l’aumento delle esportazioni, annunciato come uno dei principali benefici per l’Italia, non sembra aver rispettato le attese, almeno se confrontato ai numeri delle importazioni dal Paese asiatico. Le esportazioni italiane in Cina sono infatti cresciute dai 13 miliardi di euro del 2019 ai 16,4 miliardi di euro del 2022, ma parallelamente le importazioni di merce cinese hanno registrato un aumento più marcato, passando da 31,7 miliardi a 57,5 miliardi in pochi anni. 6park.com


Negli ultimi dieci anni sono stati investiti in Italia 16 miliardi di euro dalla Cina. Guardando all’Europa, questo è un risultato inferiore rispetto a Paesi come il Regno Unito (51,9 miliardi) e la Germania (24,8 miliardi), che non hanno mai aderito formalmente alla Bri. «L’adesione italiana all’iniziativa cinese non ha avuto un reale impatto sulle relazioni economiche tra Cina e Italia e paradossalmente la Francia ha firmato accordi commerciali più consistenti rispetto all’Italia, pur non essendo parte della Bri», ha aggiunto Ghiretti. «La firma del memorandum è un gesto diplomatico, con tutti i suoi pro e contro, ma non ha avuto ricadute economiche importanti». 6park.com


Tra i progetti riusciti c’è la collaborazione tra l’Agenzia spaziale italiana e la China national space administration, precedente però alla firma del memorandum d’intesa, dunque avvenuta sulla scia di una collaborazione già in corso. Stesso discorso vale per la cooperazione tra Ansaldo Energia e le cinesi China United Gas Turbine e Shanghai Electric Power, avviata prima del 2019. Altri sviluppi hanno riguardato la restituzione di 796 reperti archeologici dall’Italia alla Cina, avvenuta a marzo 2019. C’è stata poi una collaborazione tra l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e Alibaba, piattaforma cinese di e-commerce, per la creazione nel 2020 di un “Padiglione Made in Italy” per il commercio online.
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I porti italiani nel mirino
Se l’Italia non sembra aver goduto di una particolare accelerazione nella cooperazione economica, al centro del memorandum spiccano i progetti infrastrutturali: anche in questo caso, un settore non esente da polemiche, soprattutto per quanto riguarda i dossier portuali. 6park.com


Durante la recente campagna elettorale in Friuli-Venezia Giulia, per esempio, si è tornati a parlare del porto di Trieste, soprattutto a partire dai recenti sviluppi sull’asse Italia-Germania-Cina. La tedesca Hamburger Hafen und Logistik, legata alla città di Amburgo, è da poco diventata socio di maggioranza del terminal Piattaforma logistica Trieste (Plt). Ma l’azienda tedesca, nello scorso autunno, ha fatto entrare la cinese Cosco nel suo capitale, con un accordo ancora da confermare. «Non ci consegneremo nelle mani dei cinesi», aveva replicato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a una domanda sui possibili interessi cinesi sullo scalo triestino. A ogni modo, secondo Ghiretti, «dobbiamo ridimensionare il possibile impatto dell’ingresso cinese nel porto di Amburgo: difficilmente ci saranno ripercussioni reali su Trieste». 6park.com


La stessa Cosco si è fatta avanti per le aree ex Ilva di Genova. Il colosso statale cinese, presente in Italia con Cosco Shipping Italy, joint-venture con il gruppo genovese Fratelli Cosulich, ha presentato una lettera riportata dal giornale online Formiche in cui ha comunicato il suo interesse ad aree nella zona genovese «nell’ottica di un investimento presente e futuro sul territorio ligure, con importanti progetti quale la creazione di un autoparco». Cosco è stata attiva anche a Vado Ligure, prima dell’ingresso italiano nella Bri. «Già dal 2016 era attiva la cooperazione per il terminal di Vado Ligure, ma il progetto è entrato nel mirino politico solo dopo la firma del memorandum», ha aggiunto Ghiretti. «Genova è un caso emblematico e ci mostra l’evoluzione dei tempi: nel 2016 gli accordi sono passati inosservati, mentre nel 2019 sono diventati problematici. In questi casi possiamo dire che il memorandum non ha avuto particolare impatto positivo, anzi ha attirato i riflettori, ostacolando i progetti». 6park.com


C’è poi il dossier legato al porto di Taranto, su cui Ferretti Group, gruppo controllato dalla cinese Weichai, sarebbe pronta a investire per ingrandire la sua gestione nello scalo pugliese. Ma anche una seconda società, Progetto Internazionale 39, starebbe puntando a una zona di 150 mila metri quadrati per la logistica: l’azienda è controllata al 33 per cento da Gao Shuai, imprenditore impegnato nella cooperazione italo-cinese e delegato del governo di Pechino.
Prospettive per il futuro
La Bri è stata spesso descritta come un sorta di “contenitore strategico” in cui è possibile inserire praticamente di tutto: in altre parole, rappresenta un’iniziativa politica con obiettivi strategici a lungo termine. 6park.com


Il 2023 sarà cruciale: entro la fine dell’anno l’Italia dovrà decidere se rinnovare o meno l’accordo firmato a marzo 2019. «Il fatto che torni a occupare un ruolo centrale nel dibattito italiano è piuttosto incomprensibile, considerando la sua portata limitata. In uno scenario ideale l’accordo sarebbe finito in sordina, anche in caso di rinnovo automatico», ha sottolineato Ghiretti. «Ora è stato riportato in auge, Meloni ne ha parlato più volte e su questo dossier c’è l’attenzione americana: ora il governo è in una posizione difficile». 6park.com


L’accordo è infatti valido per cinque anni e sarà automaticamente prorogato per i successivi quinquenni e così via, a meno che una delle due parti non decida di recedere anticipatamente. In altre parole, se vuole recedere, l’Italia deve notificarlo alla Cina entro dicembre e rischiare una reazione da parte del governo cinese. 6park.com


«Il nuovo esecutivo finora ha avuto una politica atlantista, ma chiudere l’accordo con la Cina significa aprirsi a pressioni e ripercussioni cinesi, in particolare per le imprese e il commercio, alle quali il governo dovrà prepararsi», ha concluso Ghiretti. «In questo senso Meloni è in bilico tra una solida linea atlantista e la tutela delle imprese italiane attive in Cina». 6park.com


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